La Galleria Vittorio Emanuele II

L’aumento della marginalità passa attraverso una strategia efficace, il valore delle persone che portano avanti la strategia stessa e la valorizzazione dei prodotti/servizi venduti.
Curare il packaging e il contesto in cui vengono offerti/presentati è una delle azioni di successo.
Per questo 4humans.it propone la rubrica “VETRINE” a cura del nostro esperto e restauratore del successo Mario Managò Pini.

La Galleria Vittorio Emanuele II è il salotto buono di Milano, il tempio sacro dell’arte del negozio ed esempio concreto di come è possibile dare vita allo shopping di qualità in un centro cittadino.

Costruita con una struttura reticolare in ferro e vetro retinato, è in realtà una strada pedonale coperta con 96 tra negozi, librerie, bar, distribuiti su una pianta a croce.

Storia

Si narra che il primo ad avere l’idea di una via commerciale che collegasse Piazza Duomo a Piazza della Scala fu Carlo Cattaneo, nel 1839. Al concorso comunale del 1860 parteciparono ben 176 architetti, ma nessun progetto convinse la giuria. Fu l’architetto emiliano Giuseppe Mengoni a vincere il terzo concorso del 1865 e il Re Vittorio Emanuele II in persona posò la prima pietra dell’opera. La costruzione andò avanti in tempi record, concludendosi dopo soli tre anni.

Nonostante la sua inaugurazione formale sia avvenuta solo nel 1877, la Galleria era già terminata nel 1867, anno in cui si insediarono i primi negozi, ristoranti e caffè.

La galleria presenta una forma a croce, il braccio principale, che collega piazza Duomo a piazza della Scala è lungo 196,6 metri, e il braccio più corto misura di 105,1 metri di lunghezza. La meravigliosa cupola centrale è alta 47 metri e per realizzare l’intera copertura della galleria furono impiegati più di 353 tonnellate di ferro e migliaia di lastre di vetro per ricoprire una superficie di più di 7.800 m².

Alla base della cupola è possibile ammirare le quattro lunette raffiguranti l’Europa, America, Asia e Africa (l’Oceania al tempo era poco interessante per il pubblico)

Nei leggendari caffè si riunivano intellettuali e artisti, dai Futuristi capitanati da Filippo Tomaso Marinetti, a giornalisti, scrittori e poeti. Luoghi di ritrovo della Milano ottocentesca ancora lì ad osservare la città e i suoi cambiamenti.

La Regione Lombardia riconosce ben 12 negozi storici all’interno della galleria di cui cinque presenti dalla sua apertura al pubblico.

Borsalino (1883): cappelleria.
Cadè (1926): camiceria.
Caffè Biffi (1867).
Caffè Campari (1867).
Centenari (1867): stampe artistiche.
Fratelli Prada (1913): abbigliamento.
Libreria Bocca (1775).
Mejana (1911): coltelleria e forbici.
Noli (1927): articoli per fumatori.
Librerie Rizzoli (1949).
Savini (1867): ristorante.
Viganò (1919): ottica.

Curiosità

•Tre giri sul toro, così iniziò a diffondersi la voce che ruotare col tallone per tre volte sui testicoli del toro (stemma della città di Torino) posizionato sul pavimento sotto la cupola, portasse fortuna. Nel 1967, in occasione dei 100 anni della Galleria, l’intera pavimentazione venne rifatta. Per limitare il vandalismo contro il povero toro di mosaico, l’animale venne ridisegnato senza gli “attributi”, ma questo non è bastato a fermare questa tradizione particolare.

•La Galleria, nel suo primo periodo, veniva illuminata a gas e per l’accensione delle lampade sull’ottagono si usava un meccanismo automatico; una piccola locomotiva accendeva progressivamente i lumi. La popolazione dette a questo sistema così particolare il nome di “Rattìn” (“topolino” in milanese). Il rito del “Rattìn” durò fino al 1883 quando l’illuminazione passò dal gas all’elettrica.

•La prima manifestazione politica svoltasi all’interno della galleria avvenne il 25 settembre 1867, quando un gruppo di giovani si radunò a causa dell’arresto di Giuseppe Garibaldi.

•Tra gli avvenimenti politici più importanti in Galleria si annoverano gli scontri tra operai in corteo e polizia il 1º maggio 1890 e gli scontri dei Moti di Milano, culminati nel terribile cannoneggiamento di Bava Beccaris sulla folla.

•La Galleria viene menzionata anche da Mark Twain: «A Milano, passammo la maggior parte del tempo all’interno del grande e magnifico Loggia, o Galleria, o comunque la si chiami. Isolati formati da alti e sontuosi palazzi nuovi […] questa è la Galleria. Mi piacerebbe viverci per sempre.»

•Secondo il regolamento comunale, gli esercizi, storici e no, devono presentare le scritte delle insegne di color oro su sfondo nero.

•La Libreria Bocca nacque a Torino nel 1775 e arrivò ad avere cinque sedi tra Parigi, Firenze, Roma, Torino e Milano, che è l’unica sopravvissuta.

•All’interno della Galleria è presente il primo negozio di Prada, originariamente nota come Fratelli Prada, la casa di moda fu fondata nel 1913 dai fratelli Mario Prada e Martino, i quali aprirono proprio qui un negozio di cuoio, borse, accessori da viaggio.

•Gaspare Campari, l’inventore dell’omonimo bitter, aprì il famoso Caffè Campari, all’angolo con Piazza Duomo e la galleria. Davide Campari, figlio di Gaspare, entrò nella storia di Milano per essere stato il primo cittadino a nascere dentro la galleria!

•Camminare sopra la galleria, ammirare il panorama di Milano e magari prendere un aperitivo speciale? Si può fare! Non tutti sanno che esiste una vera Highline sopra il tetto della Galleria, un percorso fantastico lungo 250 metri. Vi è inoltre un museo legato alla storia di Milano nel periodo in cui fu costruita la Galleria Vittorio Emanuele II e addirittura un cinema estivo. Ma le sorprese non finisco qui! All’interni ci sono anche degli hotel molto prestigiosi tra cui il Seven Stars Milano con 7 suite a 7 stelle!

•Lo stile della “galleria commerciale” Vittorio Emanuele II colpì moltissimi imprenditori esteri, attratti dall’idea di un luogo coperto ed elegante dedicato allo shopping. Nacquero così il The Galleria a Houston, la Galleria Dallas, la Cleveland Arcade, realizzata nel 1890, la Eaton Centre di Toronto e la Kö Galerie di Düsseldorf.

•L’affito di una superficie in galleria? Si parte da 545 mila euro/anno fino ad arrivare a più di 4,5 milioni/anno per 1000 mq.

Il consiglio di Mario Managó Pini.

Sedersi al mitico bancone del Caffè #Campari e gustarsi, con calma, un aperitivo d’altri tempi non ha prezzo.

Location:

Galleria Vittorio Emanuele II
Piazza del Duomo, Milano.

“Vetrine, storia del Negozio” di Mario Managó Pini
©Copyright testo Mario Managó Pini. 2023.

Photo: Pintarest

*Per informazioni esatte e aggiornate vi invito sempre a contattare direttamente l’attività in oggetto al numero telefonico o sito web ufficiale.

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