Arte e Management 3
Alla fine del 1800 lo scrittore francese Georges Courteline pubblicò una serie di racconti umoristici sul quotidiano L’echo de Paris. L’ambientazione di questi racconti era un improbabile ufficio ministeriale, Donazioni e Lasciti. I brevi racconti erano infatti dedicati alla vita d’ufficio (La vie de bureau) e descrivevano in modo satirico e divertente le varie tipologie di impiegato che “abitavano” le stanze di quel luogo di lavoro. Ebbero talmente tanto successo che furono successivamente ricuciti e adattati alla forma del romanzo, che uscì nel 1893 con il titolo “Quelli dalle mezze maniche” (Messieurs les ronds-decuir).
I compiti di questo ufficio consistono, sostanzialmente, nel redigere decreti di accettazione o rifiuto di donazioni allo stato. Compiti ai quali si dedica il personale (i “mezze maniche”), ognuno a modo proprio e secondo la propria personale visione del lavoro. Il romanzo chiaramente è una descrizione parodistica e impietosa della varia umanità che popola il mondo impiegatizio. Ogni personaggio incarna uno stereotipo ben riconoscibile, paradossalmente sovrapponibile alla figura moderna corrispondente.
A cominciare da Lahrier, che fa la sua comparsa sin dall’incipit, alle prese con evidenti difficoltà a giungere in ufficio in orario. Tra un contrattempo e l’altro, Lahrier si ricorda che non ha ancora bevuto l’usuale caffè a colazione e “incerto tra il senso del dovere e l’amore per i propri comodi”, decide di dedicarsi una pausa pre-lavorativa a un tavolino del cafè Riche. Ma, per colmo di sfortuna, Lahrier si trova così bene da essere indotto a ritardare ancora un poco il suo ingresso in ufficio. Che, quando avviene, ci dà modo di fare conoscenza con il capo ufficio, La Hourmerie, un bell’esemplare di burocrate dedito al lavoro e al rispetto pedissequo delle regole e delle gerarchie. La Hourmerie rappresenta bene l’impiegato di livello intermedio, incaricato di mantenere ordine e disciplina nei subalterni ma privo di una reale autorità. Ogni rilievo disciplinare deve essere segnalato, infatti, al direttore generale, il consigliere di stato Nègre, anch’egli rappresentazione esemplare di alto burocrate amante del quieto vivere e dedito all’arte e alla poesia. Verrebbe da dire a tempo perso, se non che l’impegno nelle discipline artistiche è tale da distrarlo decisamente dalla direzione dell’ufficio, che del resto non sembra presentare problemi tali da richiedere suoi interventi. Tutto procede secondo una routine consolidata e indiscussa, tra personale dalla vaga funzione lavorativa che rimbalza da un ufficio all’altro carico di documenti che non si sa a quale scopo dovrebbero servire, gelosie serpeggianti tra colleghi e un dramma sfiorato. Ognuna delle persone che lavora all’interno di quell’ufficio vorrebbe essere altrove, e vive una vita di frustrazione dovuta a un senso di inutilità.
Se l’Arte, come scriveva George Bernard Shaw, è “lo specchio dell’anima”, che cosa vediamo riflesso nel libro di Georges Courteline? Vi osserviamo un #principio solido come un muro di pietra: la salute e la solidità di un’azienda sono strettamente legate al #benessere delle persone che vi lavorano dentro. Perché? Perché #persone che si sentono bene nel luogo dove trascorrono un terzo della propria giornata, sono persone contente. E persone contente sono persone rilassate e #produttive. Lavorare in un ambiente dove ti senti costantemente “misurato”, dove i rapporti interpersonali sono fondati sul sospetto, la gelosia e la sgarbatezza, dove devi guardarti continuamente le spalle, è una delle peggiori condanne a cui possa essere sottoposto un essere umano. E, cosa spesso non compresa dai titolari delle #imprese, è un ambiente dove le persone non sono abbastanza libere mentalmente da essere in grado di svolgere un buon lavoro. L’azienda per la quale lavorano si troverebbe a pagare una serie di “scollaboratori” motivati soltanto dalla prospettiva di ricevere lo stipendio a fine mese, che riterranno sempre inadeguato per le sofferenze che devono sopportare, e per questo cercheranno di lavorare il meno possibile.
#Responsabilità del leader e del management dell’azienda è rendere il luogo di lavoro un posto dove i princìpi cardine che guidano le dinamiche relazionali siano il rispetto, la #fiducia e la #gentilezza.
L’alta #qualità della vita dipende dal valore dei nostri rapporti con gli altri. Un ambiente di lavoro che si basa sui princìpi che abbiamo descritto, è un luogo dove le persone saranno disposte a condividere, a collaborare e a lavorare come una squadra. E, perché no, col sorriso. Altrimenti, saranno soltanto un insieme di “mezze maniche” ansiosi di terminare al più presto la giornata lavorativa vissuta con ansia e improduttività.
#4humans #arte #management